Attraverso uno sguardo diverso da quello psicosociologico, che assume, in quanto Architetto e francese, quello dell’alterità di linguaggio e di riferimenti, il presente articolo si propone di riprendere il tema del trittico Fabbrica, Territorio, Comunità più volte evocato nella serie di articoli dedicati all’Olivetti nel numero 2 di Riti, per esplorare quanto lo spazio incida nei processi di trasformazione.
La dimensione architettonica quindi, non solo come scienza della costruzione, ma come strumento di analisi della relazione sistema di rappresentazione mentale-sistema spaziale, già nota e cara alla Geografia storica. La narrativa architettonica, nelle sue evoluzioni e teorie, prende corpo come narrativa del sistema di rappresentazione mentale di tutto il sistema, in un parallelismo tra innovazione tecnica e innovazione sociale.
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