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La questione meridionale: una litania infinita da Leonardo Veneziani e Maria Mastroianni



Le questioni dell’Unità d’Italia, della disparità tra il Nord e il Sud della penisola e delle difficoltà di integrazione tra questi due mondi sono state ampiamente trattate in chiave storica ed economica; essi, al momento dell’unità e poi anche dopo, sono costituiti da tante terre e culture diverse.
La materia è vasta, e agli italiani nota fin dai primi anni di scuola (o credono che lo sia), meno nota, invece, al pubblico internazionale, che non conosce tutti i fatti di questa intricatissima vicenda. Abbiamo quindi provato a riassumere la nostra indagine psichica e intellettuale secondo uno schema semplice.
Il nostro periodo di studio è contenuto in due frontiere fattuali, si apre col 1860 e i plebisciti, si chiude nel 1992. La fine, in quell’anno, della Cassa per il Mezzogiorno, la nascita di una questione settentrionale posta da forze politiche del Nord e i sanguinari attentati ai Giudici Falcone e Borsellino, giustificano a nostro avviso di porre la fine dell’indagine in quel momento.
In una prima parte del lavoro troviamo otto tessere, come otto pezzi di un puzzle o fotografie, che forniranno al lettore otto elementi di osservazione fattuali. In una seconda parte le tessere riunite offriranno una visione d’insieme, che permetterà di scrivere un’ipotesi di lavoro la cui volontà è di iniziare, con equilibrio e senza magniloquenza, ad avere una maggiore coscienza di sé e da lì esplorare nuove interpretazioni sulle dinamiche del gruppo umano chiamato Italia. Poiché la rivista dedicava uno studio ai temi dei paesi emergenti, del sottosviluppo, dell’anomia, parve chiaro ai due autori, una meridionale e un piemontese, che la questione meridionale dovesse inserirsi in questo lavoro. Le origini di chi scrive permetteranno di creare un muro di proiezioni e quindi, si spera, liberandole, di aprire la strada a un vero discernimento.
I grassetti serviranno a sottolineare le evidenze, cioè quanto vorremmo mettere in valore nella riflessione finale. I corsivi, dal canto loro, debbono essere presi sul serio, punteggeranno tutto quel ciarpame di idee e retorica stantia che ci è stato trasmesso e che molti di noi (una dei due autori certamente) hanno bevuto con ingenua innocenza.


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JC CASALEGNO
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